Lastoni di Formin | Punta Lastoi

Hoi-Nau 1985 - Pilastro Sud - Sperone Sinistro

Tàpia

Informacions

  • Lastoni di Formin
  • Punta Lastoi
  • dallas700
  • 350 m - 10 llargs
  • V
  • V
  • R2
  • II
  • 22-07-2025 Recent

Felicitacions

dallas700: Nel mese di Luglio è ormai una tradizione quasi consolidata di scalare su una via lunga con Gec. In genere ci riusciamo ma allo stesso tempo siamo specializzati per combinare casini o rientri molto lunghi la sera, diciamo al limite del buio. Diversamente, come variante, a prenderci un bel temporale sulla testa. Proprio per non incappare in nessun problema, vado a recuperare dall'elenco una via sicuramente poco famosa ma che potrebbe essere quella giusta. Compare sul libro del Bernardi e c'è anche una buona relazione su un blog in rete (con varianti). Perchè non provare, tra l'altro Meteo Arabba dice "luce verde" confermata anche dal Cosmo di Meteo BZ. Parliamo della via dei poco noti K.Hoi e H.Nau, anno 1985, Punta Lastoi ai Formin. Diciamo che l'idea di una via semplice per iniziare la stagione in Dolomiti si paleserà ben presto come molto croccante sotto svariati punti di vista. Giunti all'attacco, davanti a noi, ci sono già due cordate di Alpini in uniforme, istruttori e allievi. Questo immediatamente suona come un'imprevisto enorme, ma salendo sarà invece una gran fortuna che ci permetterà inseguendoli di non finire fisiologicamente fuori via. Già la partenza ombreggiata del primo tiro pone i primi interrogativi sul IV grado, ma a volte le apparenze ingannano. E' bastato infatti arrivare al camino del terzo e quarto tiro per capire che la giornata sarebbe stata lunga, dove il IV dichiarato è spesso V e che se vuoi tornare a casa integro ti devi proteggere con friends, nuts e clessidre, ovviamente dove la natura si concede. Salendo, oltre al camino, ci sono altri ostacoli sotto forma di traversi esposti e più che altro ostici strapiombetti da superare. Considerando che nessun passaggio è azzerabile per via della scarsissima chiodatura e trazionare un friend non fa mai bene alla salute, ne esce una scalata impegnativa e parecchio fisica, dove si rimpiange un non eseguito maggior allenamento al trave. Le tre ore citate da Bernardi come tempo di percorrenza sono evidentemente riferite a qualcuno che sale slegato, diversamente se si calcolano trenta minuti a tiro per dieci lunghezze si fa presto a far trecento minuti. Nella sommatoria ci sono poi anche le quattro calate nel canalone e il rientro a Passo Giau, quindi una bella giornata piena. Non saprei se consigliarla come via, ma allo stesso tempo non è male perchè permette di scalare su varie tipologie di situazioni e di consolidare la capacità di sapersi proteggere, non per un vezzo ma per reale necessità. Se non altro le soste ci sono tutte, tranne quella al termine del nono tiro che non la abbiamo proprio vista nonostante eravamo giusti come posizione. Durante il percorso si rasenta sulla destra la via "Lancillotto" di cui di vedono alcune soste a fix. Nella parte alta la si interseca lasciandola a sinistra ma sul dove è davvero poco chiaro. Nel complesso una bella esperienza anche se su alcune sezioni non ci si sente proprio tranquilli. Allo stesso tempo è uno stimolo per dare il massimo e uscirne a testa alta. Il panorama ha contribuito tantissimo a rendere speciale questa giornata in montagna come anche la decennale collaborazione equilibrata con Gec, che è tornato in pista alla grande per questa occasione. Come materiale è necessaria nonchè indispensabile una serie di friends fino al BD giallo, alcuni nuts piccoli e cordini aperti per le clessidre che presentano spesso piccoli fori di passaggio. Per quello che riguarda martello e chiodi, questa è una buona occasione per portarli in gita, non ve ne pentirete. Lungo la via, dopo il quarto/quinto tiro, un rientro in doppia per emergenza o brutto tempo è sicuramente pericoloso per via dei detriti sulle frequenti cenge. Quindi buone previsioni meteo e gas a sufficienza per arrivare in cima. Relazione, senza aver nessuna pretesa che sia perfetta e di cui non mi assumo nessuna responsabilità...perchè non è facile ricordarsi bene la navigazione all'interno di questa parete gialla e grigia. Attacco al margine sinistro del pilastro sud, spigolo sud-ovest, appena a destra di un antro con scritta in rosso forse del catasto grotte, 30/40 metri prima della partenza di Re Artu'. L1: da sinistra verso destra su rocce sfuggenti a prendere una corta fessura (ci sta un BD Giallo), segue pilastrino non solidissimo (chiodo alla base) che si aggira da destra. Alcuni metri verticali su roccia fessurata portano ad un gradino dove si trova un fix solitario a fianco di una clessidra. Una bella placca di roccia grigia porta ad una cengia, dove è presente una sosta con due chiodi vicinissimi collegati assieme, meglio rinforzare anche con un friend. 30 metri, IV, IV+ nella prima parte. L2: poco chiaramente verso destra per 7-10 metri, salendo leggermente. Sulla destra si trova una sosta a fix (tralasciare), la nostra via invece sale imboccando un intaglio di buona roccia che porta al lato desto di una costola gialla (sotto al camino), dove si trova la sosta su clessidra + chiodo. 30 metri, qualche passo di IV poi III+. L3: Breve tiro in stretto camino, ci si può proteggere con due friends. 15 metri, IV+ sostenuto. Sosta sulla destra, due chiodi cordonati. L4: Salire il gradone e spostarsi a sinistra verso il poco invitante camino, che conviene salire stando mediamente esterni. Si può mettere un buon friend prima di entrarvi ma poi sul passo chiave (V) la protezione veloce ci sta ma è insicura, al punto che abbiamo piantato un chiodo discreto sul lato destro. Con passi in opposizione e spinta si riesce a raggiungere un terreno più facile e proteggibile. All'altezza della sosta su spuntone cordonato, traversare alcuni metri a destra per arrivarci. Dal camino si può anche giungere in sosta per muro verticale ma la difficoltà aumenta. NB: non seguire il camino fino in cima dove c'è il sasso incastrato. Circa 25 metri, sosta su spuntone cordonato. IV+ con una sezione di V. L5: traversare verso destra, volendo anche scendendo per andare a vincere il muretto nel punto più vulnerabile (IV), sulla destra c'è una sosta a fix (Lancillotto) che non si utilizza. Ora in verticale per gradoni, attraversando una cengia (fix isolato) e giungendo ad una seconda più inclinata (attenzione tanto materiale detritico) che si segue per 15 metri a sinistra fino allo spigolo. Lunghezza proprio bruttarella. Sosta su grossa clessidra con cordoni che rimane alta. Circa 40 metri, prevalentemente III+. L6: salire la breve fessura che taglia il gradone (IV-) poi vincere un seconda sbarra nel punto a scelta meno faticoso. Ora seguire in verticale la placca fino al chiodo che sta sotto un appena accennato tetto ad arco ascendente. Proseguire con traverso molto tecnico (verso destra) e qualche passo in verticale oltrepassando altri due chiodi. Tratto difficile (V) ma molto interessante. Ignorando una sosta di ripiego che si scorge a destra, si sale un muro di alcuni metri (IV+) che conduce a una sosta non molto comoda su clessidra + chiodo. Circa 35 metri, IV+/V. L7: Verso sinistra qualche metro (clessidra) per poi imboccare un corto caminetto superficiale leggermente a destra. Guadagnata la terrazza ci si sposta a sinistra fino ad un chiodo con cordone. Qua c'è una sequenza difficile (V pieno) e mal protetta per superare il gradino, il passo non è azzerabile. Appena dopo ci si può proteggere bene. Da ultimo giungere in cengia e traversare a sinistra fino ad una comoda sosta con fix + clessidra. 35 metri, IV/V. L8: superare il muretto grigio e imboccare il diedro-fessura (clessidra, poi buona fessura per friend) fino a che inizia a strapiombare. Meglio mettere un nut piccolo (fessura evidente) e un friend verde poco sopra. Vincere con decisione il passo aggettante (V pieno, faticoso) poi proseguire per la larga fessura (altra clessidra) fino ad ennesimo intaglio orizzontale. Puntare a sinistra verso la prosecuzione del diedro-camino ma senza arrivarci. Eventuale altra clessidra, anche se gioca a sfavore per gli attriti. Salire in diagonale verso destra fino ad una cengia con due chiodi (sosta), con una cordone che ne aumenta la scarsa visibità. 35 metri, IV+,V. L9: salire dalla sosta e vincere la balconata di 7 metri (IV/IV+) sul lato destro, facile ma poco o per niente proteggibile. Ora con una traverso a destra si va a prendere un canale inclinato e con roccia malsicura, che conduce alla cengia sotto la parete finale. Circa 35 metri, sosta non pervenuta, ci siamo accontentati di un appena sufficiente masso al suolo. IV+. L10: sfidare la sorte e puntare a un ripido muro chiaro e poi nero. Una bella clessidra già cordonata permette di vincere il risalto (altra clessidra poco dopo, da infilare con cordino, IV+/V-). Sulla destra di esce lungo gli ultimi metri di Re Artù (fix), sostando da ultimo fuori dal ripido su comoda terrazza (fix di sosta). 35 metri. IV e IV+. Con pochi metri facili a gradoni si giunge in vetta. Altro fix di sosta se necessario.

Comentaris


Més tàpies de dallas700

Arco San Paolo Nord 200 m
7 llargs
  • : VI
  • : V+
  • : S2
  • : I
Piramide del Col dei Bois Sud 11 llargs
  • : V
  • : V
  • : R1
  • : II
Pietra di Bismantova Sirotti 50 m
2 llargs
  • : VI
  • : V+
  • : S2
  • : I