dallas700:
Oggi con Hanna siamo nelle Marche, alla ricerca di una combinazione possibile arrampicata e mare. Anche se piccoli, ai progetti bisogna sempre lavorarci. E una multipitch a Gelagna Alta sulla carta probabilmente non valeva il viaggio. Però io che sono curioso per natura alla fine mi sono affacciato a questa possibilità. Tanto la trasferta in Dolomiti era già saltata per maltempo, quindi perché non provare? Ci sono tutte le carte giuste per fare tutto per benino. Notte a Rimini, caffè tardivo al Pinta Climber Bar di Genga, panino con braciola e cicoria al chioscho Hard Pork sulla statale a Castelraimondo. Peccato che a volte i libri non dicono tutta la verità e le relazioni anche meno, quindi ci troviamo alle 14 sotto al sole con 28 gradi per andare all'attacco. Che non sono 20 minuti ma 40 buoni. L'ultimo tratto si infila nei lecci e la mente torna subito a Brentino o peggio al Paretone Oggioni. Ma tutto dura poco e in breve si è all'attacco. Alle 15.30 solo il primo tiro prende il sole, poi è tutta ombra. Delle volte i problemi si risolvono da soli o con un po' di attesa. La Fessura dei Vesuviani conta solo 4 tiri, 5 se si spezza il secondo ad una sosta intermedia. Il breve trasferimento a piedi al termine del primo tiro non infastidisce più di tanto. Devo dire che l'arrampicata è sempre divertente, su roccia da discreta (pochi metri in realtà) a molto buona. Diffiicolta sempre costante sul 5a/b con qualche passo di 5c, ma mai stretti come gradi. Tutto ben protetto a fix, anche piuttosto ravvicinati nella parte alta. Insomma posso solo elogiare l'opera della Brigata Alpina Taurinense che ha chiodato questa parete nell'ormai lontano 1997. Salendo lungo la via si apprezza il panorama verso i Sibillini, parete Nord del Monte Bove in primis. Si aggiungono al contesto montagne brulle e gialle, che fanno contrasto a boschi verdi e cielo blu. Usciti dalla via, tralasciando la possibile discesa in corda doppia, si sale a piedi lungo un crinale selvaggio su traccia bollata in rossa ma non sempre evidente. Ci si sente quasi in montagna, anzi si potrebbe togliere il quasi. Vale sempre la pena vedere dei posti nuovi, perché spesso l'arrampicata non è fine a se stessa ma fa parte di un viaggio più articolato tra vita, turismo, libertà. Giunti al traliccio della media tensione si scende per ripida mulattiera fino al paesino e al parcheggio. Per dare un'idea sono comunque 350 metri di dislivello, quando in realtà si scala solo per 120 metri. La via è ben relazionata in rete e basta seguire i fix. Come note: a metà del primo tiro si traversa verso destra a prendere una paretina con roccia non tanto bella. I fix non si vedono ma ci sono. La partenza del secondo tiro e i seguenti metri sono duretti pur rimanendo sul 5c. Superato questo tratto molto bello si trova una comodissima sosta intermedia che mi sento di consigliare. Terzo tiro ufficiale a mio avviso sono anche 30 metri e ci vogliono tutti i 14 rinvii. La S3 è piuttosto scomoda. Come materiale bastano solo 14-15 rinvii, qualche ghiera e alcune fettucce. Tutte le soste sono attrezzare con catena e fix/golfari. Se si scende a piedi non conviene assolutamente lasciare lo zaino alla base della via. Note per l'avvicinamento: dal parcheggio poco prima del paese (indicazione, ampio campo con parcheggiata anche una roulotte) si percorre la strada asfaltata attraversando "tutta" Gelagna Alta. Al termine delle case si prende la mulattiera che sale verso destra, che salendo a tratti anche ripida oltrepassa due abbeveratoi e porta ad una curva con una sorta di slargo. Qua seguire a sinistra l'indicazione del cartello Falesia e NON seguire verso destra il proseguimento con tornante della stradella (indicazione su un sasso con S.L.C - sentiero alpinistico Luchini Canzio). A questo punto si giungerà poi durante la discesa. Seguire quindi per Falesia e lungamente, tralasciando la discesa alla Falesia Sportiva verso sinistra, giungere alla pochissimo visibile targa del Battaglione Alpini e proseguire oltre. Poco prima di dove il sentiero si stringe in prossimità di una rudimentale balaustra in tondini di ferro (circa è la partenza dello Spigolo degli Alpini) sulla destra parte una traccia con Ometto e bolli rossi. La si segue senza mai andare contro la parete (attacchi di altre vie), ad un certo punto prendere una flebile traccia orizzontale verso Est che con porta a delle corde fisse. Sempre orizzontalmente, tralasciando altre corde che salgono verticali (probabilmente attacco della via il Passo del Dahu), poi con ultima rampetta franosa si giunge all'attacco dei Vesuviani. Comodo gradino per prepararsi, qua il sentiero finisce quindi si ha la certezza di essere giusti. Non ci sono scritte alla base, pilastrino liscio con un fix recente alla base. 40 minuti. Consiglio una visita alla sera al centro storico di Camerino, giusto per capire che danni può aver fatto il terremoto del 2016. Città fantasma, se ne esce tristi ma consapevoli. Per dormire e mangiare in loco, a Morro Borgo de' Varano e Osteria delle Spada. Per la domenica al mare, stabilimento balneare L' Ancora a Porto Potenza Picena.