Natale 2006: Catalunya.

09-01-2007

Dopo due anni di fiocchi di neve inattesi, là dove doveva accoglierci il sole, questa volta il sole c'è stato davvero.
Cieli dipinti a blu cobalto e tramonti post-impressionisti a dorare le pareti per tutto il giorno fino all'ultimo tiro (di fede).
Il primo giorno al Clot de la Espasa in realtà il cielo è ancora velato, ma ci saremo rifatti in seguito. L'avvicinamento è di 40 minuti? macchè! su col doblò per lo sterrato che ben presto si trasforma in spietrato; la coppa dell'olio è salva e il maestoso muro di calcare chiaro davanti a noi. Falesia 'bazza'? mica tanto. La giornata rotola via su per i metri degli interminabili vioni, tanto lunghi quanto spettacolari e godibili; fino all'urlo serale di bracco che cicca l'ultima presa di un 7b+ kilometrico.
Al ritorno la coppa dell'olio stride vieppiù ma regge e il doblò ci riporta a Barcellona; ci regaliamo un' overdose di sushi al ristorante giapponese.
E' il turno di Montserrat, terra dai mille volti, crocevia storico dell'arrampicata catalana. Dopo aver testato sullo stinco di franza il coefficiente di dolorosità della pigna locale (Pinus stultorum delenda) raggiungiamo la pareti bagnate da mille raggi di sole.
E' il momento di tirar fuori l'animo placchista che è in noi (dov'è?), e così franza e waldo fanno cordata e si destreggiano sull'enigmatico conglomerato.
Il tentativo di raggiungere il remoto settore 'Odio africano' fallisce fra le frasche della perfida vegetazione mediterranea; torniamo indietro e io e bracco ci lanciamo alla conquista di vie con boulder iniziale (proprio dove manca lo spit) fino a che il giorno si fa sera.
Giorno nº 3, riposo in concomitanza dell'arrivo di fede che si unisce alla squadra; l'occasione migliore per un giro a piedi; ma niente crinali e sentieri stavolta, si va sul lungomare che pullula di gente in un trionfo di sole.
Partiamo a pieno carico di buon'ora (è bracco a dettare le tempistiche a colpi di caffettiere) per raggiungere la sierra de Prades dove si nasconde una delle roccaforti iberiche dell'arrampicata: siurana.
Il colpo d'occhio su per i tornanti che risalgono il canyon è sempre suggestivo, e le mani cominciano a fremere; passiamo i successivi due giorni scorrazzando per settori fra glorie (Bistec de biceps al primo colpo, bravi bracco e fede!) e dolori (Siuranella central castiga le ambizioni dei più); in ogni caso le claras della caffetteria del camping fanno felici tutti dopo le fatiche della giornata.
6° giorno, 3° in sierra de prades, ci spostiamo nella vicina falesia del Falcò di Arbolì. La falesia è la davanti, ma il subdolo sentiero si fa trovare solo dopo un'ora di ricerche. Il posto è spettacolare e anche se il calcare arancione e linee mozzafiato da 40m meriterebbero più attenzioni, oggi finisce per essere è un giorno di scarico; bracco si distingue comunque sulla OS di un bel 7b+ e a fede viene tradizionalmente concesso il tiro dell'imbrunire.
Ci riuniamo con amici di barcellona, una paio di claras e i video a ciclo continuo in onda alla caffetteria di Toni ci accompagnano fino a che non decidiamo di dare ascolto alla fame; discendiamo i tornanti di siurana diretti alla rurale trattoria Can pep. Un tripudio di costolette ai ferri.
Ad allietare i palati più difficili arriva il digestivo di commiato servito con bicchierino di cioccolato trangugiabile. Sogni d'oro nel nostro bungalow.
Quarto ed ultimo giorno in sierra de Prades, si torna a Siurana a cercare gloria. Fede (tiro di riscaldamento!) si distingue sul concatenamento di due tiri (7a+, 45m, 45 min) lungo la bellissima linea del pilastro della Cinglera.
Alla Olla (a Fischuber e Moroni sfugge un 8b OS, ma si rifanno al secondo) fustaki, fede e bracco saltano fuori da 'Ya os vale', un 7c di 3 piastre (bracco flash, fede al secondo per non aver spiccato il salto d'uscita al primo giro), mentre una nutrita squadra assedia Kurfil 8b come può (pila di zaini alla partenza, terzo passato, sarà lo stesso 8b?).
Un ultima visita a El Pati (il settore che ospita 'La Rambla') dove Fede dopo una lotta strenua sfiora la OS della bellissima linea del 'Prado del Rey' che era riuscita a bracco.
Si torna a Barcellona dove ci aspettano il Lorenz e famiglia.
8° giorno (7° di scalata!), ci dirigiamo alla vicina Gelida.
La giornata, l'ennesimo bagno di sole, è coronata dalla catena di bracco su 'Amb la boca plena de sika', 8a icona della falesia. Oggi è l'ultimo dell'anno, cena collettiva in casa, poi la piazza della metropoli chiama, ma offre solo il peggior volto delle folle, peccato.
Rincasiamo stravolti dalla giornata e dalla settimana. E' ora di dormire, e continuare a sognare. Tornar al llistat